Che l’Ucraina, come entità nazionale, fosse ormai liquefatta era un dato di fatto evidente da tempo. Una resistenza strutturata a forze militari preponderanti è possibile solo se esistono risorse militari ed organizzative. Viceversa, l’alternativa è la guerriglia per la quale è sempre necessario un supporto logistico internazionale. Non essendo verificata nessuna delle condizioni, l’esito della vicenda era inevitabile.
Archiviata l’Ucraina la cui esistenza futura sarà un fatto essenzialmente formale e di rappresentanza, l’Occidente dovrebbe interrogarsi seriamente su quali sono le reali intenzioni del signor Putin senza sottovalutare una caratteristica culturale che dalle nostre parti risulta estremamente sottovalutata, ma che a Mosca è scolpita nel DNA di ogni uomo di potere, compresi i più cinici.
E’ difficile da credere, ma come contraltare ad un’organizzazione sociale tradizionalmente spietata che genera individui tendenzialmente abituati a subire ed esercitare freddamente violenza, in Russia, a tutti i livelli, permane un’innocente spiritualità interiore, un senso di orgoglio nazionale e un concetto dell’onore individuale che risulta totalmente estinto in un Occidente agganciato alla contingenza degli eventi ed al godimento dei beni terreni. Insomma, oltre alla lucidità politica, va considerato che Vladimir Putin vuole passare alla storia e, questo, incredibilmente, è un dato militare da non sottovalutare. A questo va aggiunta la consapevolezza che in Russia non esiste opposizione politica o di stampa. La Russia attuale è paragonabile ad un’organizzazione spartana dove tutti, volenti o nolenti, sono indirizzati verso finalità strategiche perfettamente definite. L’ordine e la compattezza degli effettivi è un’arma micidiale che non va mai sottovalutata.
Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, con l’ingresso dei paesi satelliti nella NATO e nell’orbita di influenza politica dell’Europa, la Russia si è trovata sprovvista di quella cintura di influenza che rappresenta la prima misura di difesa di un un’entità nazionale che intenda esercitare un controllo egemonico dei suoi confini. E’ plausibile che la politica che intende perseguire il signor Putin e con la quale si vuole consegnare ai libri di storia russi con la stesso dettaglio attualmente dedicato a Pietro il Grande sia proprio la ricostruzione di una cintura di stati cuscinetto sui quali esercitare un’influenza politica e militare e verso i quali indirizzare una produzione industriale attualmente non in grado di competere con la qualità dell’Occidente ed i prezzi dell’estremo Oriente. Le risorse naturali che sostengono l’economia russa sono un “single point of failure” che va assolutamente eliminato.
Una volta ipotizzati i piani del signor Putin bisognerebbe chiedersi quale può essere la reazione dell’Occidente. La risposta militare è un’eventualità che gli addetti ai lavori sanno bene essere assolutamente impraticabile. Un confronto diretto con le forze armate russe è impensabile per sproporzione di mezzi, addestramento, uomini e dislocazione logistica. Senza contare la capacità di mobilitare effettivi assolutamente motivati, abituati a operare in condizione di estrema privazione e personalmente coinvolti in un progetto di grandeur patriottica che i giovani occidentali non riescono nemmeno a immaginare. Vi allego un breve documentario della rete satellitare anglofona all news russa. Lasciate perdere le sciocchezze sull’addestramento, si tratta di pratiche comuni e le abilità mostrate nel filmato sono anche di basso livello. Concentratevi sul modo con cui è presentato il servizio dove la “professionalità” che è diventato un valore totale in Occidente è totalmente esclusa e l’aspetto ideale esaltatalo nella più pura retorica sovietica. Io che seguo anche i canali russi, posso testimoniare che sono militarizzati con un dettaglio ed una frequenza che in Europa risulterebbe fuori luogo, politicamente scorretta e sgradevole. In Russia, invece, l’esibizione virile della guerra fa ancora spettacolo e la violenza viene servita a cena come dessert.
L’intervento diretto degli Stati Uniti non sarebbe risolutivo e potrebbe solo innalzare il livello dello scontro ad una condizione di DEFCON 2 con tutte i rischi e le conseguenze economiche collegate. A distruggere l’Occidente, prima dei missili tattici russi, sarebbe il caos scatenato nei mercati finanziari.
A mio parere, quando sottomettere un avversario non è possibile, bisogna cercare i punti di interesse comune e perseguirli. Nel mondo reale non sono le questioni etiche a fare la storia, ma la ricerca della composizione più conveniente per le parti. Una Russia forte ed alleata dell’Occidente sarebbe un partner eccezionale per quello che si prospetta come il vero conflitto totale del prossimo futuro: la guerra contro lo jihadismo ed il contenimento dell’espansionismo cinese. Inoltre, il completamento del South Stream e la disponibilità di risorse naturali indipendenti dai quadri destabilizzati del medio oriente rappresenterebbero un rafforzamento reciproco per Europa e Russia.
Secondo me, anche se non esplicitamente, una composizione degli interessi russo europei sarà ricercata e perseguita con un atteggiamento di benevola indifferenza anche da parte degli Stati Uniti che stanno riscoprendo il valore dell’isolamento oltremare. E se questo accordo dovesse prevedere mutilazioni per Lettonia, Estonia, Lituania e altre nazioni di confine, si troverà il modo di farle digerire al pubblico. Che poi, è questo quello che veramente conta.
@mentecritica ottimo pezzo, di un realismo logico
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@mentecritica very good- as for patriotism, green beret and italian paratroopers use same stuff
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Già. Non mi viene nulla che contraddica il ragionamento. Forse.
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See you soon Mr. Putin | MenteCritica http://t.co/aDoYTNxdvO via @mentecritica anche Napoleone e Hitler son finiti male qui ! Okkio
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Confesso che mi sarei aspettato una tiritera anti-Putin. Certo, assolutamente motivata ma parziale per tutta una serie di ragioni che l’Autore conosce benissimo. Invece abbiamo il grandissimo privilegio di avere, in mezzo a tutta la paccottiglia che ci riserva il main stream e le visioni comunque di parte della stampa “complottista” o “alternativa”, una analisi inaspettatamente sincera, competente e disincantata quel tanto che serve per essere utile e reale. Mi scuso per l’ardire, da moscerino quale sono e grazie.
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Bell’analisi ma dal punto di vista etico non ci vedo molta differenza tra Putin e gli jhadisti. Dal punto di vista pratico forse si. Il filmato lo userò con i miei studenti.
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@orkydea @delfyn0 @mentecritica Sono arrivati i Power Ranger?
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Bello e interessante. Ho visto il video dell addestramento dei russi, e a parte tutto si vede che sono quasi dei fanatici e che sono abituati alla violenza in generale e tutto il resto. basta vedere la loro faccia, sembrano sempre incazzati con la voglia di rompere tutto..
chissà come andrà a finire tutta questa “storia”…
Come sempre: con una bella guerra
Se il signor Kurt ha detto di no, io gli presterei ascolto. Basta vedere l’incredibile evoluzione delle ultime ore!
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Pezzo condivisibile dalla prima all’ultima riga
RT @giuli83a: “@mentecritica: See you soon Mr. Putin http://t.co/VucHryCjK9”
Pezzo condivisibile dalla prima all’ultima riga
La strategia di Putin e’ legata ad una concezione di superpotenza da diciannovesimo secolo ormai fuori dal tempo, l’epoca dei blocchi contrapposti che si confrontano sul piano militare sulla base di conflitti ‘zero sum’ e’ finita.
E’ la Russia semmai che sulla base di questa vecchia concezione nel braccio di ferro sull’Ucraina si e’ dimostrata debole e incapace di confrontarsi con l’UE che e’ invece l’esempio di ‘soft-superpower’ moderna, la semplice possibilta’ di concedere accesso all’Unione Europea e’ il piu’ potente strumento a disposizione di una Nazione dalla fine della guerra fredda.
L’UE e’ presente in ogni organismo internazionale, dall’ONU al WTO dove negozia come un unico blocco, e’ il primo partner commerciale di USA, Russia, Cina e di ogni singolo paese del Medio Oriente, e la sua moneta, l’Euro e’ l’unica alternativa al Dollaro.
Non i carrarmatini del Risiko, questi sono gli strumenti ‘civili’ di influenza di una matura potenza del 21o secolo, efficaci, cost-effective, il vero deterrente ad ogni minaccia di guerra ‘guerreggiata’.
Eventualita’ questa che non credo sia nemmeno percorribile e auspicabile per la Russia: anche assumendo come valida la vecchia concezione bismarckiana a cui Putin e’ ancorato di potenza di una nazione come somma di popolazione e risorse impiegabili, la Russia spende in difesa il 3% del budget mondiale, l’UE ben il 21% oltre a poter contare su forze armate professionali, meglio equipaggiate e tecnologicamente piu’ avanzate, senza poi considerare le immediate conseguenze che avrebbe l’aggressione ad un Stato membro della NATO.
Putin seguendo un pattern consolidato dei dittatori mostra i muscoli all’esterno solo per mantenere il consenso interno, sul vero campo di battaglia dove la guerra verra’ combattuta Putin e la Russia avranno ben poco da opporre.