«Assicuro che nel 2013 in Lombardia non ci sarà nessun tipo di elezione. Il rapporto con gli amici della Lega è saldo e va rilanciato». Così Roberto Formigoni, governatore della prima regione d’Italia ormai prossimo alla caduta politica, annunciava pochi mesi fa. Era il 29 giugno, giorno dei santi Pietro e Paolo, ed il “Celeste” scommetteva pubblicamente che nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo dalla poltrona più importante della Lombardia prima della fine naturale del suo mandato (prevista nel 2015): oggi siamo a ottobre e tutti sappiamo cosa sta accadendo. Dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che travolge il Pdl e la regione più importante, il governatore lombardo è ormai costretto a mollare, al di là delle tante promesse fatte e della sicurezza con cui fino a pochi giorni fa rilanciava: governiamo fino al 2015. Forte di un incontro al vertice con Angelino Alfano e Roberto Maroni, Formigoni puntava a scaricare l’assessore arrestato e rifare una giunta ex novo. Ma non è bastato, visto il diktat immediato della Lega Nord.
Tanto che questa mattina, in apertura del primo Consiglio regionale dopo lo scandalo che ha travolto l’assessore Zambetti, si è arreso: “Questa legislatura è arrivata al termine”.
Solo a giugno scorso Roberto Formigoni giurava sulla durata della sua giunta e rilanciava promesse e annunci. In primis sulla trasparenza: rispondendo alle polemiche continue dovute alle varie inchieste giudiziarie aperte sulla Regione, il Celeste sottolineava: «Non mi dimetto perché i fatti che mi vengono contestati sono falsi dall’inizio alla fine. Non mi dimetto perché rispetto la legge molto di più di quelli che ritengono che un’informazione di garanzia a tutela dell’indagato possa provocare la caduta della Regione Lombardia». E poi prometteva: «Se mi rinviano a giudizio andrà a finire che vincerò 12 a 0. Mi hanno già mandato a processo 11 volte e sono stato sempre assolto e se non sarò rinviato a giudizio questo rimarrà un altro inutile avviso di garanzia a Formigoni». È uno che gioca duro, il Celeste, che non lesina impegni solenni e proclami. E che proprio nella fase più cruenta della sua quasi ventennale guida del governo in Lombardia ha rilanciato con coraggiosi impegni pubblici. Sul nostro portale si possono leggere alcuni di questi, i più importanti riguardano la sanità, l’ambiente e le opere pubbliche. Progetti ambiziosi, anche lungimiranti, che da tempo sono portati avanti e che probabilmente, vista l’imminente caduta dell’amministrazione lombarda, sono destinati ad arenarsi.
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“prima regione d’Italia”
“la regione più importante”
Definizioni leggermente arbitrarie…
Comunque Formigoni potrebbe aver avuto ragione a dire che nel 2013 non si vota in Lombardia; forse succederà nel 2012.
La cosa che però mi preoccupa di più è che questo evento possa essere l’occasione per liberarlo dagli impegni e lanciarlo verso palazzo Chigi.
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