La geotermia di terza generazione è un’opportunità estremamente seria che non bisogna assolutamente ne’ farsi sfuggire, ne’ ignorare.
Fonte: Articolo citato
Vi invito a leggere l’articolo stesso per una descrizione ampia e precisa scritto da Giorgio Santucci, io invece voglio solo passarvi l’idea di base.
Il nucleo della terra è formato da rocce incandescenti.E’ possibile utilizzare queste rocce come fonte di calore che può essere utilizzato in maniere molto diverse. L’idea base della geotermia avanzata è quella di creare delle condizioni artificiali in maniera tale che sia possibile pescare questo calore sottoterra e sfruttarlo per scaldare un liquido.
In punti il processo potrebbe essere riassunto con:
- buchiamo la superficie terrestre ed immettiamo due tubi, uno per mandare in profondità un fluido (acqua per esempio) e l’altro per riportarlo in superficie
- il fluido cambia stato e da liquido diviene gassoso e risale l’altro tubo
- questo vapore viene quindi convogliato all’interno di una turbina che sfruttando questa forza gira e crea elettricità
- il vapore perde energia, si ritrasforma in liquido e viene reintrodotto nel primo tubo e reinizia il ciclo.
Questo l’idea base. Che queste centrali si possono costruire oggi e che siano competitive sull’ordine dei costi lo si può attestare dal primo studio di impianto pilota fatto dalla egs-a in collaborazione con svariate università.
Una cosa da notare è che le rocce calde sono presenti ovunque a livello mondiale, la differenza è solo quanto c’è da scavare per arrivare a temperature utili per mandare l’impianto (questo influisce sui costi, in quanto la trivellazione costa circa il 50% di tutto l’impianto).
Allora già state pensando… Vabbè in Italia come al solito saremo privi di questa fortuna e bisognerà scavare fino in Cina per arrivare ad avere delle rocce calde abbastanza….
Ed invece no. Date un occhio a questa mappa (qui in alta risoluzione file .zip 6 Mb. circa) :
Fonte: Consiglio geologi italiani via Network Games
Tutto questo mentre google propone un piano chiaro e preciso per cambiare in maniera completa il sistema di approvvigionamento USA basato sul carbone e sul petrolio verso le energie rinnovabili ed avendo già investito sulla egs.
La geotermia di terza generazione è un’opportunità seria. Magari un’idea per una start-up…
Chissà perchè nessuno ne parla? Non sarà che è troppo semplice ed economico?
Mah, economico non direi, ora che si ammortizzano i costi…
Però certo è un’ottima soluzione, l’unico problema è che bisogna avere un giardino per la tecnologia attualmente più efficiente, cioè un “reticolato” di tubi sottoterra di circa un metro…Il rapporto credo sia 1 metro quadrato di giardino ogni 2 di casa.
Beh, che il principio sia semplice e non produttivo di scorie od emissioni è vero. Sul fatto che sia anche economico avrei qualche dubbio.
L’esperienza che viene citata nel testo parla di costi dello stesso ordine di grandezza di quelli di un impianto solare. Se è così vuol dire che stiamo sull’ordine di 10 volte il costo attuale dell’energia prodotta da impianti a combustibile (fossile o uranio). Non solo: mentre i costi del solare si può prevedere si abbasseranno in futuro per l’evoluzione tecnologica e la diminuzione dei costi industriali, non altrettanto mi pare si possa dire per i costi di questo sistema, visto che il costo delle trivellazioni ne è parte importante se non preponderante, ed è un costo non abbattibile.
tu dici?
😉
beh, sì, dico… 😉
Forse i costi si riferiscono agli attuali impianti pilota di bassa potenza (qualche decina o centinaio di MWh) e poi se le trivellazioni fossero fatte nei pressi di vulcani o serbatoi magmatici, forse non sarebbe necessario trivellare tanto per raggiungere elevate fonti di calore.
Non era Rubbia che sosteneva che sarebbe stato facilissimo aggiungere 2-3 GWh con il solo geotermico facilmente sfruttabile a bassa profondità (es. in Toscana) ?
Quello che proponeva Rubbia era di sfruttare in maniera più aggressiva la tecnologia già esistente, la egs è invece una nuova tecnologia che si propone un diverso tipo di funzionamento.
I costi si dovrebbero abbattere, si svilupperebbe una tecnologia di tipo “ubiquitario”
Appena sò qualcosa di più vi tengo informati.
🙂
M.
Infatti, volevo dire che se conviene sfruttare l’esistente in maniera tradizionale e con un’efficienza tutto sommato medio-bassa, figuriamoci cosa si può fare con una nuova tecnologia ottimizzata.
Grazie per l’articolo, alla fine ho capito che anche questa è una possibilità interessantissima.