Ciascuno di noi possiede le medesime caratteristiche: abbiamo tutti un’intelligenza (più o meno sviluppata), una coerenza (più o meno ferrea) e un’onestà (più o meno cristallina), così come abbiamo tutti un’altezza, un peso e un colore degli occhi. Siamo fatti di decine e decine di caratteristiche “sociali” (coraggio, riflessività, prontezza di spirito, adattabilità, socialità, generosità) distribuite, ovviamente, in maniera diversissima fra gli individui. E poiché queste caratteristiche sono innumerevoli, è facile trovare qualcuno somigliante a noi (con diverse caratteristiche declinate nello stesso modo, per quantità e qualità) ma quasi impossibile trovare qualcuno identico (che mostri la medesima declinazione in ciascuna caratteristica, lo stesso coraggio, la stessa intelligenza, la stessa creatività…).
Naturalmente moltissimi fra noi hanno qualche caratteristica in cui eccellono e qualcun’altra in cui sono pessimi. Così qualcuno potrebbe essere, per esempio, un vigliacco ma intelligente. Un creativo ma violento. Un caritatevole ma ottuso. Se siete dei coraggiosi, e considerate questa la vostra migliore qualità, disprezzerete il vigliacco e non darete importanza alla sua intelligenza, anche se vi potrebbe essere utile. Se siete parte di una comunità di artisti, la riprovazione sul collega tanto creativo che picchia la moglie sarà minima, perché amerete le sue opere.
Tendiamo insomma a giudicare gli altri semplificandone la personalità nell’ambito di poche caratteristiche che ci sembrano importanti (probabilmente perché simili a quelle che crediamo nostre), e non dando importanza alle altre.
Trasferiamo tutto questo nella vita sociale e nella sfera politica: se siete del PDL siete un nemico a prescindere, perché siete di destra, un liberale meritocratico, favorite le diseguaglianze… se poi dite delle cose sensate su un qualche argomento (perché siete competenti e motivati su un tema) non le prendo neppure in considerazione perché vi ho etichettati come “nemici”. Traslate l’esempio al M5S, al PD o a quel che vi pare. Noi etichettiamo le persone sulla base di pochi elementi, e trascuriamo tutti gli altri come se le persone non fossero in realtà complesse, sfaccettate, molteplici. Trascuriamo insomma il fatto che avere una o più caratteristiche per noi negative non significa averle tutte negative, e anzi ce ne potrebbero essere alcune fortemente positive.
Nel clima di guerra fredda civile in Italia abbiamo acutizzato ed esasperato la divisione fra noi sulla base di poche caratteristiche, poche e stereotipate, e ci priviamo di ogni mezzo per cogliere invece gli elementi positivi che pure convivono in quegli stessi “nemici”. Nel PDLlino io vedo il subalterno di Berlusconi; nel grillino l’ottuso archiviatore di scontrini; nel PDino il confuso e ondivago “traditore” delle promesse elettorali. Ma molti di costoro (non dico “tutti”, no, non lo dico) vivono una complessità di valori, idee, proposte, slanci, molti dei quali possono in realtà convergere coi nostri.
Oltre la guerra fredda civile in Italia. Io trovo esasperante, stupido, inaccettabile il continuo riproporre questi cliché sterili basati sulla riduzione delle caratteristiche. Un solo esempio: I politici sono TUTTI ladri. Tutti? Qualcuno, indubbiamente troppi, e forse qualcuno non è ladro ma ha consentito ad altri di esserlo. Ma posso dire che non credo affatto che siano “tutti” ladri? No, non è solo un modo di dire. É un modo sciocco e rozzo per generalizzare un’etichetta negativa, stigmatizzare, annullare un avversario (qui, ovviamente, la kasta) sulla base di una caratteristica letta in maniera generalizzata e manichea. Chi non sa distinguere, articolare l’analisi e proporre argomenti, è un nemico della democrazia. Se non sai distinguere generalizzi, semplifichi, diventi parte del problema. Se non sai vedere la complessità e l’ambiguità e la quantità di sfaccettature in ogni individuo, a partire da te stesso, e continui a distinguere il mondo in buoni (te e chi la pensa come te) e cattivi (tutti gli altri, a partire da “loro”), sei solo un omologato, funzionale al sistema. Semmai un omologato rivoluzionario (così tu puoi credere) tanto indignato di fronte alle evidenze dell’ingiustizia, in così tanta, e rumorosa, compagnia. Ma resti funzionale al sistema che credi di volere abbattere perché non sai analizzare, distinguere, interpretare. E quindi, di conseguenza, proporre, costruire, giudicare.
Il grande riassunto che include le puntate precedenti. Di queste cose parlo da un po’ qui, grazie all’ospitalità di MenteCritica:
- del linguaggio stereotipato che non serve a niente tranne che a consolarci ho parlato QUI e anche QUI; questo linguaggio dell’indignazione in poltrona, che ripropone cliché vuoti, parla a comunità circoscritte di “indignati” (negli esempi che ho riportato) e politicamente è sterile;
- della necessità di spogliarci delle ideologie, delle retoriche (del linguaggio e dell’azione) e considerare con maggiore freddezza la realtà ne ho parlato QUI; per me questo testo è una personale pietra miliare, mi piacerebbe molto voi lo leggeste perché è la base per capire appieno il post qui sopra;
- il “manifesto” anti-omologazione infine, un po’ la conclusione del post segnalato al punto precedente, lo trovate QUI.
Chi credete di essere? http://t.co/gtS9y9aEkf
@mentecritica sti cazzi? 😀
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Chi credete di essere? …… METTETEVI IN TESTA CHE DOVETE SAPERE DI NON SAPERE ………..
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Chi credete di essere e chi credete che siano gli altri? Sempre tanto, molto più di ciò che vedete.
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@mentecritica Tutti onesti e coerenti…. Nutro più di un dubbio!
@mentecritica Napoleone. #mentelabile?
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Etichette negative.Chi non sa distinguere,articolare l’analisieproporre argom @mentecritica
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@mentecritica Sono una con la vita al contrario”Televisione, Riflessione, Rivoluzione”, che a 40anni è diventata giovane e con tanti dubbi
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http://cinema.nanopress.it/news/whoopi-goldberg-mel-gibson-non-e-razzista/P51295/
Condivido. Bisognerebbe farci un corso agli spacciatori di dicotomie.
“Spacciatori di dicotomie”… Ti ringrazio. Mi hai regalato un commento bellissimo
@bezzicante @mentecritica bello! Letto or ora. A tratti pure troppo democratico! 😉
@Bodom_Hell @mentecritica “Democratico” a meee? TI DEFOLLOWO!
Claudio Bezzi fatti meno viaggi mentali ahaha
@bezzicante @mentecritica ahahah beh cerchi un equilibrio tra le cose alla fine, democratico nn deve solo farti pensare a #bersani!
@mentecritica il padrone del vapore!
@MuffinGSD @mentecritica perché prima dei 40 eri vecchia con certezze? : )
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@OCCHIOCHETIVEDO @mentecritica Dogmatica e integralista. Sono più bella ora : )
@MuffinGSD @mentecritica con i capelli un po arruffati ma ti difendi…; ))
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Confermo la mia invidia per il cuore adolescente di bezzy 🙂
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L’adolescenziale bezzicante ne ha scritta un’altra delle sue su #MenteCritica! http://t.co/H2i9FyS3ZL via @mentecritica
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@bezzicante @mentecritica troppi raggiri di parole
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Il mondo è più complicato! Non semplificatelo troppo! http://t.co/H2i9FyS3ZL via @mentecritica
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Mi piace il modo non moralistico di porre le questioni, a differenza dei pistolotti che da secoli si sentono da tutte le parti come “non bisogna generalizzare” e “il buono e il cattivo sono dappertutto” – anche contenenti realtà, ma tanto noiosi da risultare retorici e poco persuasivi. Questo, invece, lo ritengo un discorso lucido e niente affatto generico, specialmente quando avverte che chi non sa distinguere non è democratico. Direi, chi non si sforza di distinguere.
E ancora una volta ricordo, con stima e riconoscenza, un’insegnante che, per quanto schierata senza infingimenti, raccomandava di riflettere sulle affermazioni di ciascuno senza lasciarsi sviare dal giudizio che si dà sulla persona. Non solo lo diceva, ma lo faceva pure, nei suoi ragionamenti e nella realtà che posso ricordare.
Mi pare che l’autore avverta di non pensare e di non giudicare per appartenenza – ottima pratica per un dialogo vero.
Grazie Adriana per il tuo commento articolato. Sì, certo, la frase corretta è “chi non si sforza di distinguere”, perché è assolutamente impossibile riuscirci sempre, azzeccarci, essere così olimpici. Tutti sbagliamo continuamente, prendiamo granchi mostruosi perché travolti dalla passione, dal risentimento, dalle false sicurezze che non ci mettono in discussione e, sia chiaro, il primo fra tutti è proprio l’autore di questa nota… Però bisogna provare. Mai omologarsi!
Grazie a te. Per continuare a (provare a) razzolar bene o almeno discretamente, rivedrò i tuoi precedenti – intesi come articoli 🙂
Peggio per te. Non sono previsti rimborsi…
Ah ah. 🙂 🙂
http://t.co/DxQ37BDiAY
Niente paura! Se vi siete persi il mio post di ieri su MenteCritica potete leggerlo ancora QUI: http://t.co/H2i9FyS3ZL via @mentecritica
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@Lilly_Gozzoli Sono molto d’accordo. Qualche giorno fa avevo scritto questo, che mi sembra pertinente: http://t.co/H2i9FyS3ZL
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bene, Claudio, ho letto 🙂
l’articolo è interessante, ma le argomentazioni meritano più spazio
si parla da tempo di trasversalità, qualcuno ha anche cercato di creare una forma politica su questa trasversalità (Patto Segno & co.); qualcun altro ne fa una bandiera, a mio parere con ottima ed intelligente strategia politica (Movimento5Stelle)
per facilità l’uomo tende a semplificare, dimenticando la naturale complessità di ogni singola personalità
ognuno di noi ha tante sfaccettature; questo aspetto dell’essere umano, in passato, mi creò più di qualche problema di scelta e/o schieramento
più facile ancora, e sopratutto più vile è la semplificazione dell’avversario: questa forma di reductio nasce dall’esigenza di disumanizzare il nemico per renderlo più facilmente abbattibile
a parte blog, forum e social network dove alla fine finiamo per auto-rinchiuderci in riserve indiane dove ci siamo scelti vicendevolmente al fine di diminuire gli attriti e soddisfare il nostro bisogno di approvazione, là fuori è pieno di persone diverse da noi
a me, personalmente, interessa trovare le forme per dialogare con i miei vicini, i miei colleghi, i miei clienti, i miei fornitori, i miei amici di diversa tendenza politica; e per fare questo, più che cercare le differenze, occorre abbassare scudi, lance e bandiere e individuare punti in comune sui quali iniziare a costruire
questo non è certo “benaltrismo”, ma è voglia di costruire
forse non c’entra molto, ma tante volte penso che si facciano analisi politiche sbagliate; oppure non si facciano proprio analisi politiche: un PD più forte, radicale e di sinistra, in questi 20 anni, non avrebbe fatto altro che amplificare il contrasto politico portando inevitabilmente ad un innalzamento dello scontro
concludo con una riflessione, non generalizzo, ma conosco il mondo: si, per me i politici sono tutti ladri
l’uomo, naturalmente, è portato a commettere degli errori, ed il potere amplifica questa possibilità di errore
Grazie del tuo commento.
Questo post – indubbiamente breve e incompleto – non credo sia propriamente sulla trasversalità, ma molto più semplicemente sulla necessità dell’apertura mentale. Detta così diventa anche più banale. Tutti i miei post sono su questo: guardare con più apertura, limitare i ragionamenti emotivi (il vulcaniano), etc. E, indubbiamente, contro OGNI tipo di etichettatura, di generalizzazione e di uso degli assoluti. Tutti/Nessuno, Sempre/Mai, possono funzionare in certe matematiche ma non nelle relazioni sociali.
Interessante. Complimenti.